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GP d’Olanda 2025: tutto quello che devi sapere

GP d’Olanda 2025: tutto quello che devi sapere

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Il Circuito di Zandvoort è spesso paragonato a una montagna russa, con saliscendi mozzafiato e curve veloci e scorrevoli che attraversano le dune costiere. Il tracciato, lungo 4,259 km con 14 curve, conserva un carattere old-school unico: è stretto, con poche vie di fuga e ghiaia pronta a punire ogni errore, lasciando ai piloti margini minimi. Con il ritorno della F1, Zandvoort è stato modernizzato con spettacolari curve sopraelevate (la 3 e la 14 superano i 18° di inclinazione, ben più di Indianapolis con ~9°). Queste sopraelevazioni, unite alle continue ondulazioni, rendono la pista una vera sfida ad alto carico aerodinamico, che i piloti definiscono “pazzesca” e “vecchia scuola”. A complicare il tutto, la vicinanza al Mare del Nord: il vento porta spesso sabbia sull’asfalto, riducendo temporaneamente il grip e costringendo i team a continui aggiustamenti di setup.

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Curve chiave

  • Tarzanbocht (Curva 1): La curva più iconica di Zandvoort è un tornante a 180° alla fine del rettilineo principale. Ampia, con una frenata poderosa, è il principale punto di sorpasso – ma anche teatro di contatti e lotte serrate. Riprofilerata con 18° di banking, permette più traiettorie e ingressi più veloci. Un errore qui si paga caro, con la ghiaia pronta a punire.

  • Hugenholtzbocht (Curva 3): Una stretta sinistra trasformata in una vera “arena sopraelevata” nei lavori del 2020. Il banking progressivo fino a 18° offre linee diverse, aumentando la velocità in uscita verso la salita successiva. Una curva difficile da gestire in accelerazione, dove spesso si vedono tentativi audaci ruota a ruota.

  • Scheivlak (Curva 7): Un velocissimo curvone a destra in discesa, considerato tra i più impegnativi del tracciato. Si entra a tutta velocità e serve totale fiducia: questo passaggio cieco e ad alto carico è famoso per separare i coraggiosi dal resto del gruppo. Più sicura rispetto al passato grazie a nuove vie di fuga, ma la sua essenza resta immutata: serve un assetto perfetto e tanto sangue freddo per affrontarla quasi in pieno.

  • Arie Luyendykbocht (Curva 14): L’ultima curva, intitolata al due volte vincitore della Indy 500, è stata trasformata in una parabolica da 18°. Lunga e veloce, proietta le monoposto sul rettilineo principale con grande slancio. La forte inclinazione (massimo 32% di pendenza) consente ai piloti di restare a pieno gas e persino affiancati, cosa impossibile nel vecchio layout. Cruciale per i sorpassi: il banking permette di seguire da vicino e sfruttare la scia, aumentando le battaglie in fondo a Curva 1. Una curva spettacolare, ma che mette alla prova i nervi, soprattutto con vento o pista umida.

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Opportunità di sorpasso

Sorpassare a Zandvoort è sempre stato complicato, a causa della larghezza ridotta e della sequenza continua di curve. I piloti hanno poche occasioni per respiro, e seguirsi da vicino non è semplice. Di conseguenza, qualifiche e strategie ai box contano più che altrove.

  • Rettifilo principale verso la Tarzan (Curva 1): È il punto di sorpasso più importante. Il rettilineo è dotato di DRS e termina con una staccata violenta alla Tarzanbocht. La combinazione di scia, DRS e ingresso sopraelevato crea possibilità sia all’interno che all’esterno. Qui si concentra l’azione, soprattutto in partenza e nei restart. La nuova curva sopraelevata finale è stata pensata proprio per permettere alle monoposto di uscire vicine e lanciarsi affiancate verso la Tarzan.

  • Seconda zona DRS (Curva 10–11): Zandvoort offre in totale due zone DRS. La seconda si trova dopo la Curva 10 e porta alla chicane Hans Ernst (11–12). Il rettilineo non è lunghissimo, ma con una buona uscita è possibile tentare un attacco in frenata. Meno spettacolare rispetto a Curva 1, ma un’opportunità per i più aggressivi.

Al di fuori di questi punti, i sorpassi sono rari. Il settore centrale e la zona veloce 7–8 sono praticamente in fila indiana. Per superare serve un grande delta di ritmo o un errore davanti. In sintesi: la maggior parte delle battaglie sarà in Curva 1, con qualche tentativo alla 11, mentre altrove conteranno strategia e pressione costante sull’avversario.

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Scelte gomme e strategie

La strategia gomme sarà centrale nel GP d’Olanda 2025, soprattutto per la scelta Pirelli. Quest’anno sono stati portati i compound intermedi: C2 (Hard), C3 (Medium) e C4 (Soft), una selezione più morbida rispetto al 2024. Lo scorso anno infatti con le mescole più dure quasi tutto lo schieramento aveva gestito la gara con una sola sosta. Con la gamma più tenera, l’obiettivo è aumentare il degrado e spingere i team verso due soste o strategie alternative.

Il layout stressa parecchio le gomme: curve sopraelevate, sequenze continue e carichi laterali elevati. Le curve 3 e 14 generano forze verticali e laterali che scaldano molto gli pneumatici. La gestione delle temperature sarà cruciale, soprattutto per il lato sinistro della vettura, messo alla prova da curve veloci come la Scheivlak. Probabile che Hard e Medium siano le scelte principali in gara, con le Soft più adatte alla qualifica o a stint brevi.

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Inoltre, l’asfalto relativamente abrasivo e la sabbia portata dal vento possono ridurre improvvisamente l’aderenza, aumentando l’usura. Questo renderà le strategie dinamiche: potremmo vedere pit anticipati per degrado imprevisto, oppure soste “gratuite” in regime di Safety Car. Con gomme più morbide, la classica sosta unica (Hard–Medium) sarà al limite: molti team potrebbero preferire le due soste, a meno che le condizioni non spingano diversamente. E ovviamente, la pioggia potrebbe ribaltare ogni piano.

Meteo e impatto sulla gara

Il meteo potrebbe rivelarsi la variabile decisiva del weekend. Dopo un inizio di settimana soleggiato, le previsioni indicano condizioni più fredde e instabili con l’avvicinarsi della gara. Le temperature scenderanno intorno ai 17–20°C, ben al di sotto dei 28°C iniziali, rendendo più difficile portare in temperatura le gomme. Sono attesi anche forti venti da sud-ovest (24–32 km/h), capaci di destabilizzare le monoposto nelle zone più veloci.

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Quanto alle precipitazioni, è prevista pioggia a intermittenza:

  • Venerdì: possibilità di rovesci leggeri (25–45%) durante le libere.
  • Sabato: giornata con maggior rischio pioggia, specialmente in qualifica (30–35%), che potrebbe trasformarsi in una lotteria.
  • Domenica: circa il 50% di probabilità di pioggia durante la gara, con aumento nel corso del pomeriggio.

Questo significa che il momento giusto per passare da slick a intermedie (o viceversa) potrebbe decidere le sorti della corsa. Una chiamata ai box azzeccata può regalare posizioni preziosissime, vista la difficoltà di sorpasso in pista. Anche senza pioggia intensa, il vento e la sabbia renderanno il tracciato imprevedibile.

Record e statistiche storiche

Il GP d’Olanda vanta una storia ricchissima. Disputato dagli anni ’50 fino al 1985, è poi sparito per 36 anni, tornando nel 2021. Lo scenario è sempre lo stesso: lo storico Zandvoort, gremito dalla marea arancione dei tifosi olandesi.

  • Max Verstappen ha vinto le prime tre edizioni moderne (2021, 2022 e 2023).
  • Nel 2024 la serie si è interrotta con la vittoria di Lando Norris, in una gara condizionata dal meteo.
  • Il giro record appartiene a Lewis Hamilton, con 1:11.097 segnato nel 2021.
  • Jim Clark resta il pilota più vincente con 4 successi negli anni ’60.
  • Ferrari guida la classifica dei costruttori con 8 vittorie complessive.
  • Nel 1985, l’ultima gara prima della lunga pausa, Niki Lauda ottenne la sua ultima vittoria in carriera.

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Il 2025 potrebbe scrivere un nuovo capitolo: Verstappen riuscirà a eguagliare Clark a quota quattro vittorie? O assisteremo a un altro colpo di scena come Norris lo scorso anno? In ogni caso, con i tifosi di casa, un tracciato spettacolare e il meteo imprevedibile, il GP d’Olanda promette emozioni e nuove pagine di storia per la Formula 1.

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