
La F1 Commission discute l'obbligo di due pit stop per il 2026
I vertici della Formula 1 stanno valutando formalmente un significativo scossone regolamentare per il 2026: introdurre l'obbligo di un minimo di due pit stop durante ogni Gran Premio. La proposta, sostenuta dal proprietario della F1, Liberty Media, per migliorare lo "spettacolo" in pista, verrà discussa nelle prossime riunioni della F1 Commission e dello Sporting Advisory Committee.
Questa iniziativa nasce in risposta alla crescente tendenza di gare prevedibili basate su una singola sosta, uno schema consolidatosi nel 2025 anche a causa degli pneumatici Pirelli ad alta durabilità. Nonostante i tentativi del fornitore di pneumatici di introdurre incertezza strategica — come "saltare" le mescole nella dotazione di gara, come avvenuto ad Austin — i team hanno costantemente preferito strategie conservative a una sosta, minimizzando i rischi e, secondo i critici, anche lo spettacolo.
Il pilota della Mercedes, George Russell, ha recentemente riassunto la frustrazione generale, descrivendo la F1 come "una gara fino alla prima curva", dopo la quale il basso degrado e l'aria sporca neutralizzano la competizione.

Il dilemma Pirelli
Il responsabile motorsport di Pirelli, Mario Isola, ha confermato a Motorsport.com che l'argomento è oggetto di seria discussione. Ha ammesso il conflitto tra gli obiettivi dei team e l'intrattenimento, sottolineando che una gara a due soste è probabilmente "migliore per lo spettacolo" grazie a una maggiore imprevedibilità.
"I team cercano sempre di massimizzare ciò che hanno, e questo significa che cercano di ridurre il numero di pit stop", ha spiegato Isola. "È logico, perché durante un pit stop puoi commettere un errore e quando torni in pista puoi finire nel traffico... I team cercano sempre di minimizzare il numero di soste perché non si curano dello spettacolo".
Tuttavia, Isola ha avvertito che un semplice obbligo non è una soluzione garantita. La sfida principale risiede nel come tale regola verrebbe scritta.
Secondo quanto riferito, due opzioni principali sono sul tavolo:
- Due soste, con l'obbligo di usare tre mescole diverse (Soft, Medium e Hard in ogni gara).
- Due soste, senza restrizioni sulle mescole (Rimuovendo l'attuale obbligo di usare due mescole slick diverse).
Isola ha espresso forte scetticismo sulla prima opzione. Ha avvertito che aggiungere ulteriori vincoli potrebbe avere l'effetto opposto a quello desiderato, portando tutti i team a convergere sulla stessa identica strategia.
"Abbiamo ricevuto alcune simulazioni dai team... Ciò di cui ci siamo resi conto è che la maggior parte delle squadre convergeva sulla stessa strategia", ha detto Isola, descrivendo uno scenario in cui tutti i team replicano stint identici. "Quindi, quando imponi più vincoli, il rischio è che tutti vadano nella stessa direzione".
Al contrario, Isola ha suggerito che la seconda opzione, quella "vecchia scuola", potrebbe essere "molto più allettante". Imponendo due soste ma lasciando totale libertà di scelta sulla mescola, i team potrebbero perseguire strategie divergenti. "Si potrebbe fare 'media-media-media' se si hanno i pneumatici", ha ipotizzato Isola. "Ci sono molte combinazioni".

Precedenti contrastanti e gare "artificiali"
Il dibattito si basa su due precedenti recenti e controversi.
Il Gran Premio del Qatar 2023, che prevedeva soste obbligatorie e una durata massima degli stint per motivi di sicurezza legati ai cordoli, è visto da Liberty Media come un parziale successo. Ha costretto i piloti a spingere al massimo senza gestire le gomme. Tuttavia, i critici sottolineano che ha anche prodotto gare altamente prevedibili, con l'intero gruppo che rientrava ai box negli stessi pochi giri.
Ancora più critica è la situazione del Gran Premio di Monaco 2025, dove l'obbligo di due soste è già stato sperimentato nel tentativo di ravvivare una gara notoriamente processionale. Quell'esperimento è stato ampiamente bocciato come un "disastro completo", poiché i team hanno utilizzato strategie di sacrificio e una bandiera rossa ha permesso alla maggior parte dei piloti di effettuare una delle due soste obbligatorie senza perdere tempo, annullando di fatto la sfida strategica.
I critici, inclusi alcuni team principal, sostengono che la proposta sia una soluzione "artificiale" a un problema più profondo: la filosofia conservativa degli pneumatici Pirelli. Sostengono che la soluzione più naturale sarebbe richiedere pneumatici ad alto degrado che richiedano naturalmente più soste, piuttosto che imporle tramite regolamento.

L'incognita 2026
Il fattore di complicazione finale, e il più grande, è il cambiamento regolamentare del 2026 stesso. Le nuove regole introdurranno vetture completamente nuove con aerodinamica attiva e pneumatici più leggeri e stretti, tutti progettati specificamente per ridurre l'aria sporca e migliorare i sorpassi in pista.
Pirelli, che sta già testando questi nuovi pneumatici 2026, rimane aperta al dialogo ma invita alla cautela contro interventi prematuri. Dato che le nuove vetture hanno lo scopo di risolvere proprio il problema che la regola dei pit stop cerca di affrontare, Isola ha sottolineato la necessità di simulazioni approfondite e collaborazione "per evitare conseguenze inaspettate".
"Dovremmo considerare che abbiamo un buon campionato ora", ha concluso Isola. "Quindi, non corriamo il rischio di danneggiare ciò che abbiamo".
