Violazione sicurezza portale FIA: i dati non sono mai stati esposti

Violazione sicurezza portale FIA: i dati non sono mai stati esposti

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Le recenti notizie su una "scioccante" falla di sicurezza scoperta in un portale web della FIA hanno suscitato una comprensibile preoccupazione tra i tifosi e i team di Formula 1. I titoli che parlano di dati esposti sono sempre allarmanti, ma siamo qui per fare chiarezza sulla situazione e, soprattutto, per rassicurare tutti: grazie a protocolli di sicurezza professionali ed etici, nessun dato sensibile è mai stato esposto al pubblico.

Questo incidente, sebbene a prima vista preoccupante, è in realtà un esempio positivo di come le indagini di cybersecurity dovrebbero essere gestite.

Cos'è successo davvero? Un caso di "Responsible Disclosure"

Parlare di "violazione" è fuorviante. Ecco una semplice ricostruzione cronologica dei fatti, che illustra un processo noto come "Responsible Disclosure" (divulgazione responsabile):

  1. Viene scoperta una falla: Un ricercatore di sicurezza indipendente ha scoperto una potenziale vulnerabilità all'interno del portale FIA.

  2. Comunicazione privata: Invece di rendere pubblica la falla o di sfruttarla, il ricercatore ha contattato immediatamente e in forma privata la FIA per segnalare la sua scoperta. È questa la parte "responsabile" del processo.

  3. La falla viene corretta: Questa notifica privata ha dato alla FIA il tempo necessario per lavorare a una soluzione. Il team tecnico della FIA ha analizzato il problema e corretto la vulnerabilità, mettendo il portale in completa sicurezza.

  4. Divulgazione pubblica (dopo la correzione): Solo dopo che la falla è stata completamente risolta e la sicurezza dei dati confermata, il ricercatore ha reso pubblica l'esistenza della vulnerabilità (ormai corretta).

Quali dati erano a rischio e come funzionava la falla?

La falla di sicurezza si trovava nel portale FIA "Driver Categorisation". Secondo il report del ricercatore, la vulnerabilità avrebbe permesso a un malintenzionato di aggirare i normali controlli di convalida e autorizzazione. In questo modo, avrebbe potuto ottenere impropriamente privilegi di amministratore.

Questo livello di accesso avrebbe teoricamente potuto esporre dati personali sensibili archiviati sul portale, come nomi, numeri di telefono, indirizzi email e documenti privati quali passaporti e patenti di guida. Tuttavia, è fondamentale capire che i ricercatori etici che hanno scoperto la falla non hanno avuto accesso a questi dati né li hanno copiati; si sono limitati a verificare l'esistenza della vulnerabilità e l'hanno immediatamente segnalata alla FIA affinché potesse essere corretta.

Perché questo processo è una buona notizia

Questo approccio, riassumibile nel principio "prima si corregge, poi si comunica", rappresenta il "gold standard" nel mondo della cybersecurity. Garantisce che le potenziali falle di sicurezza vengano corrette prima che i malintenzionati possano venirne a conoscenza o tentare di sfruttarle.

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Sebbene esistesse il potenziale per una violazione, il punto chiave è che il sistema ha funzionato. La "violazione" è rimasta puramente teorica ed è stata segnalata solo a chi poteva risolverla. L'azione tempestiva della FIA, in collaborazione con il ricercatore etico, ha neutralizzato la minaccia prima che potesse trasformarsi in un problema reale.

Tifosi, piloti e partner della Formula 1 possono stare tranquilli: la situazione è stata gestita correttamente e l'integrità dei loro dati è stata preservata in ogni momento.


Fonte: Il Software

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